Nel Museo di Storia della Scienza di Firenze, la cosa che più mi ha colpito è stata uno strano congegno presente in una delle sale più grandi. La guida ci ha spiegato che era un apparecchio in grado di produrre elettricità statica grazie all’attrito tra lana e vetro. Il congegno risaliva all’epoca galileiana, eppure appariva in ottimo stato: solo alcune parti di legno erano state sostituite con materiali in plexiglass. Il congegno era molto semplice: si trattava di un grosso disco di vetro stretto tra due superfici rivestite di lana, azionato da un manovellismo. Le superfici in lana comunicavano con due tubi metallici, che terminavano in un solo condotto con una piccola sfera all’estremità. L’apparecchio è ancora perfettamente funzionante: con solo un paio di giri di manovella, avvicinando una bacchetta metallica alla sfera (sempre d’acciaio) situata all’estremità del modello, la guida ci ha mostrato una fortissima scintilla. Ovviamente il congegno non serve alla produzione di energia elettrica utilizzabile, ma la spiegazione del suo funzionamento è stata comunque stupefacente: se una persona, tenendo la bacchetta, assorbiva la scarica prodotta dall’apparecchio e poi con una spada toccava una coppa metallica che conteneva spirito di vino, le trasmetteva energia e quindi accendeva il fuoco.
Questo congegno era utilizzato all’epoca come un gioco, un divertimento e niente di più. Eppure si sa come la scoperta della corrente elettrica rivoluzionò e cambio totalmente la vita degli uomini. Può sembrare strano, ma molte delle scoperte che ancora oggi influenzano la nostra vita derivano da una forma iniziale che serviva solo a divertire: basti pensare ai primi robot, che funzionavano a ingranaggi e carica a molla, e che erano niente di più che sofisticati giocattoli.