“Dai attacca il Giradischi, questo Grab qui con noi” è la strofa della canzone “Festa” di Adriano Celentano con cui è stato presentato l’oggetto protagonista di questa lezione-spettacolo che si è tenuta all’Auditorium di Roma il 13 Gennaio. Invitante il titolo: “Autopsia di un Giradischi”.
Ha condotto l’evento il prof. Vittorio Marchis, docente del Politecnico di Torino esperto in Storia della Tecnica, che ha introdotto i lavori con una domanda: come non accorgersi del lavoro che c’è dietro la costruzione di una qualsiasi invenzione, come per esempio di un giradischi?
Lo stesso Marchis, aiutandosi con riferimenti a ideali illuministi e con citazioni di grandi personaggi del passato, ha sottolineato l’importanza dell’evoluzione della tecnologia e, di conseguenza, della conoscenza dell’uomo.
Con quali occhi noi osserviamo gli oggetti che compriamo? Con consapevolezza oppure con disattenzione, colpiti dall’immagine? L’autopsia ci aiuta a osservare un oggetto che è presente nella nostra quotidianità ma che non potremmo mai conoscere nelle sue parti. Il dissezionamento ci ha stupito perché, pur avendo il giradischi subito un notevole sviluppo tecnologico, le parti che lo compongono sono tuttora utilizzate per la costruzione di nuovi prodotti.
Nancy Albanese e Sara Porciatti
LEZIONE-SPETTACOLO “AUTOPSIA DI UN GIRADISCHI”