“Quando usciamo da scuola ti faccio sentire un pezzo gagliardo!”
“Di cosa si tratta?”
“Lo sai che anche lo spazio ha un suono?”
Anche se non ce ne accorgiamo, la musica dello spazio è presente in ogni momento della nostra giornata. Ma è una musica diversa da quella che siamo soliti ascoltare alla radio o in tv; “è una musica fatta di urla laceranti e grida di inaudita violenza”,cosi Margherita Hack definisce le voci delle stelle che urlano dallo spazio perduto e, grazie a una stazione radioastronomica, sono state “catturate” per poi essere riprodotte e ricreare insieme alla ritmica della musica contemporanea l’impressionante “rumore cosmico”.
Potrà sembrare strano ma lo spazio “vive” ed emette suoni potenti, impressionanti e drammatici che formano la musica dell’universo. E’ questo il tema principale dell’evento “Il nero delle stelle”, tenuto in prima italiana a Roma il 15 e il 16 gennaio 2010. E’ stato un incontro tra due mondi, apparentemente molto diversi, ma in grado di generare forti passioni: la passione per la musica e quella per l’astrofisica. La famosissima astrofisica italiana ha presenziato all’evento, accompagnando gli spettatori attraverso il viaggio nella “musica” dello spazio e raccontando come una voce “fuori campo” le meraviglie dell’universo e le sue peculiarità sotto il profilo scientifico.
Nel 1932 un ingegnere inglese, studiando le interferenze che disturbavano le trasmissioni transoceaniche, scoprì casualmente un rumore “che sorgeva ad est e tramontava ad ovest”. Lo studio portò alla scoperta che questi disturbi erano dovuti alle emissioni radio prodotte dall’attività solare.
La fine della guerra segnò quindi l’alba dell’interesse nella radioastronomia.
Altra importante scoperta realizzata nel campo della radioastronomia fu poi sicuramente quella dei Pulsar.
Vi chiederete: cosa sono i Pulsar? Non sono altro che stelle di neutroni, vale a dire tutto ciò che resta di stelle notevolmente più grandi del Sole. Nell’ultima mezz’ora di vita di queste stelle c’è una produzione di energia nucleare tale che la massa della stella non riesce a espandersi del tutto nello spazio. Conseguenza di ciò è l’esplosione della stella. Tutto quello che resta del corpo celeste è un nocciolino composto da protoni ed elettroni conficcati insieme a formare neutroni. Questi ruotano vorticosamente intorno all’asse e ogni volta che quest’ultimo è diretto verso la Terra, riceviamo un impulso radio.
“I protoni e gli elettroni sfuggono dalla superficie del sole e, muovendosi nella corona, generano onde radio” |
“L’immagine di un pulsar in attività.”
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E a questo punto occorre fare una breve riflessione su cosa evoca in noi la parola “esplosione”: solitamente questa parola si collega a termini come “distruzione” o “morte”. Ma nello spazio tutto cambia e l’esplosione di una stella può portare alla nascita di nuovi pianeti e forme di vita.
Nel concerto i suoni dello spazio sono passati dalla teoria alla pratica. I musicisti del Parco della Musica Contemporanea Ensemble hanno avvolto il pubblico con una musica travolgente composta dall’abile alternanza di colpi forti e deboli sui tamburi e da un improvviso cambiamento di ritmo capace di sconvolgere lo spettatore.
La cosa che più mi ha affascinato è stato come il suono riusciva ad attraversare la sala roteando intorno al pubblico con un ritmo apparentemente confusionario. L’incredibile maestria dei musicisti permetteva al suono di circondare lo spettatore, catturare la sua attenzione, coinvolgere le sue emozioni senza lasciargli un attimo di respiro. E di colpo si veniva proiettati nello spazio profondo, nero, avvolgente e nei suoni laceranti delle esplosioni delle stelle e della materia che cambia, si trasforma e origina nuovi corpi celesti.
Simona Gargiulo (Classe IV F – Liceo Scientifico “C. Cavour” di Roma)
Fabrizio Brignone (Classe III B Informatica – ITIS “L.Trafelli” di Nettuno)
A CHE COSA ABBIAMO ASSISTITO:
CONCERTO “IL NERO DELLE STELLE” di Gérard Grisey con Margherita Hack
Sabato 16 gennaio 2010 ore 21.00
Festival delle Scienze di Roma (13-17 gennaio 2010)
Indirizzo: Auditorium – Parco della Musica di Roma