MUSICA E PAROLE: UNA GIORNATA ALL’AUDITORIUM CON ROBERTO VECCHIONI

20.000 spettatori paganti nel 2006, ora più di 40.000. Questi i numeri sorprendenti che il Festival delle Scienze, giunto alla sua nona edizione, mostra orgoglioso all’inizio della giornata in cui si parlerà dei linguaggi. Chomsky, Vecchioni e altri ospiti illustri avranno il compito di spiegare questo mistero sfuggente che è la nostra lingua, e oggi è toccato al “Professore” spiegare il suo concetto di linguaggio, inaugurando il Festival in un incontro con le scuole superiori.
“Qui,non stiamo facendo assolutamente niente di importante. Qui facciamo cultura, le cose importanti sono altre, i soldi, la fama, quindi stiamo solo perdendo tempo”. Inizia con una sottile stoccata alla società odierna in una sala piena di studenti il discorso di Roberto Vecchioni che all’Auditorium di Roma ha aperto il Festival delle Scienze con un monologo sul linguaggio e le sue radici millenarie.
“La mia passione è la linguistica: la mia più grande passione, che mi fa amare sempre più l’Italia”: in un mondo governato da Internet e dal suo linguaggio frenetico,Vecchioni traccia un iter pragmatico e metodico di ciò che ha permesso al genere umano di evolversi e di capire ciò che lo circonda, le parole. Il Professore impugna per una buona ora il microfono, come fosse la sua arma migliore, come fosse un pennello simbolico che traccia nelle nostre pensierose e grigie menti lingue di colori accesi, che vanno dai toni caldi e simbolici delle terre australiane a quelli monumentali e granitici della Grecia classica, cercando di spiegare come il nostro modo di parlare e di conseguenza di rapportarci con l’ambiente esterno siano mutati con il passare del tempo. Ma il Professore, ora diventato artista, ci parla anche del rapporto simbiotico che intercorre tra la musica e le parole. Un intreccio naturale e mistico che ha portato l’uomo a cantare prima per i suoi dei e poi per i suoi simili, che fosse nelle caverne o in un teatro classicheggiante. Insomma, come dice Vecchioni, siamo fatti di musica e di parole. E nonostante si sappia così tanto sul nostro linguaggio, ignoriamo che fermarci alla mera superficie delle parole, senza coglierne l’aspetto storico o le loro origini, è un costante limite alla nostra spasmodica ricerca di noi stessi. Capire cosa diciamo per capire cosa vogliamo.

Classe VA TGP – IIS Confalonieri – De Chirico, Roma 

A CHE COSA ABBIAMO ASSISTITO:
“I Linguaggi” FESTIVAL DELLE SCIENZE 2014
Giovedì 24 gennaio 2014 ore 10.30
Auditorium – Parco della Musica di Roma, Sala Petrassi