È stata l’installazione che mi ha emozionato di più, perché è progettualmente complicata, tecnicamente moderna ed emotivamente coinvolgente. La stanza dove ruota il tronco d’ulivo fa entrare ciascuno nel proprio mondo senza lasciarlo andare via.
L’Oleophona produce suoni distaccati l’uno dall’altro che scanditi dal movimento lento del tronco emanano una sensazione di profonda calma.
Il materiale utilizzato in quest’opera è non solo quello tradizionale (legno, argilla, olio), ma anche quello del nostro tempo (computer e vari ingranaggi meccanici).
Ho trovato in quest’opera un fortissimo rigore tecnico: forse è anche questo che la rende così affascinante. Data la maestosità del tronco l’opera evoca forza, oscurità (perché situata in una grotta ) e musicalità.